Storia

Le prime testimonianze scritte risalgono all'alto medioevo: nell'anno 856 è documentata la famiglia feudale Da Villa, nel 941 vengono ricordati l'azienda agraria (curtis) e il castello

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Gran parte delle località oggi esistenti appare a partire dal XII secolo: accanto ai Da Villa si trovano infatti insediate numerose altre famiglie dotate di cospicui patrimoni e residenze fortificate con circuiti in pietra e torri.

Il prevalere delle esigenze difensive avrebbe determinato un caratteristico paesaggio, fittamente dominato dalle emergenze fortificate, in parte ancora leggibile.

In quel contesto complesso e conflittuale si colloca l'intervento del Comune di Bergamo dell'11 luglio 1193, con il quale Villa d'Adda veniva riconosciuta Borgo Franco, i suoi abitanti equiparati a quelli della città e beneficiati delle rendite di un mercato settimanale.

La particolare condizione istituzionale si sarebbe conservata fino al Trecento e si esprimeva in un organismo comunale compiuto, con le figure del Console, del tesoriere (Caneparius) e delle guardie agricole (Camparios); nel 1320 si stipendiava anche un'autorità militare, il Capitano Giovanni Colleoni.

Come i paesi vicini, Villa d'Adda non potè sottrarsi alla quotidiana violenza delle lotte di fazione; nel 1398 ospitò l'esercito ghibellino e impedì il passaggio dell'Adda a Giovanni Acuto, ma subì ripetuti incendi e devastazioni da parte dei Gielfi di Val San Martino.

Con la definitiva pacificazione ed il passaggio alla Repubblica di Venezia (1428) si ristabilirono i rapporti sociali, aprendo un periodo di rinnovato impegno e di ripresa economica, tangibilmente espresso nella ricostruzione di Sant'Andrea.

La comunità fu vivamente partecipe alle inquietudini religiose del XV secolo, con il tentativo di insediare (1523) i Terziari Francescani e con la costituzione della chiesa di San Giovanni, cui si doveva associare un ospedale.

Villa d'Adda fu sempre il maggiore Comune dell'Isola: nel 1590 contava 688 abitanti, 800 nel 1610, 1200 nel 1815.

Decimata dalla peste del 1630, conobbe una nuova ripresa economica nel XVIII secolo, fondata sulla specializzazione nella bachcoltura e nella filatura della seta.

Nel XIX secolo vi si contavano nove filande, che occuparono la maggior parte della popolazione fino agli inizi del secolo successivo.

Stefano Longhi

Con Decreto del Presidente della Repubblica il 23 dicembre 1971 venivano concessi al Comune di Villa d'Adda uno stemma ed un gonfalone così descritti:

STEMMA: d'oro a sette torri di rosso (3 - 2 - 2), chiuse, finestrate, murate di nero, attraversanti un fiume in banda d'azzurro ondato d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.

GONFALONE: drappo partito, di rosso e di giallo, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: Comune di Villa d'Adda. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.

Le sette torri rappresentano gli antichi sette castelli, documentati con le trentatre torri a difesa del territorio. Il fiume rappresenta l’Adda, per secoli linea di confine con i domini milanesi. I colori oro (giallo) e rosso rappresentano i colori del Comune di Bergamo, di cui Villa d’Adda fu Borgo Franco dal 1193.

Confalone

 

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09
Lug/24

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